L’Asta della mia casa è alle porte: posso trovare un accordo?

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Meno tempo hai a disposizione, più complicata sarà la trattativa con il tuo creditore.

In quei casi, quando l’Asta è alle porte e ci sono persone interessate a portarti via la casa comprandosela dal Tribunale, basta un piccolo imprevisto per farti finire in mezzo ad una strada assieme alla tua famiglia.

Se non vuoi fare quella fine ti consiglio di investire 7 minuti della tua vita per guardare questo video.

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[trascrizione testo del video]

“L’Asta della mia casa è alle porte:
 
Faccio ancora in tempo per trovare un accordo con la Banca ed evitare che venga venduta dal Tribunale?”
  
Rispondere al quesito di poco fa NON è una cosa semplice da fare.
 
Ci sono troppe variabili in gioco per essere precisi al 100%.
 
Per esempio molto dipende da quanto si è svalutata la tua casa, da quante Aste sono già state fatte, da quanto tempo manca alla prossima vendita e da altri mille fattori che bisogna valutare caso per caso.
 
Tantissime persone aspettano che la loro abitazione venga svalutata del 60-70% e che ci sia la fila fuori dalla propria porta per poterla visitare prima di mettersi a ragionare seriamente su come risolvere i loro guai.
 
Altre iniziano ad affrontare il problema quando mancano solo una manciata di giorni alla vendita.
 
E più la data dell’Asta sarà vicina, più sarà complicato risolvere il tuo problema.
 
 
Perché, in questi casi, diventa più difficile trovare una soluzione ai miei guai?
 
Per il semplice fatto che sarai molto più esposto agli imprevisti di percorso: il c.d. “bastone tra le ruote” che può venirti a creare un sacco di problemi quando sei impegnato a fare qualche cosa di importante.
 
Non sottovalutare MAI questo tipo di ostacoli: alle volte possono impedirti, addirittura, di ritornare a vivere sereno la tua vita.
 
Per farti capire meglio quello che intendo dire ti racconto la storia di Alessio: una persona che abbiamo provato ad aiutare.
 

Alessio mi aveva chiamato il 27 Ottobre del 2021.
 
La quarta Asta della sua casa era stata fissata dal Giudice per il 15 Novembre successivo.
 
In sostanza c’erano meno di venti giorni per tentare di risolvere il suo problema con la Banca.
 
Era una situazione molto difficile.
 
Venti giorni sembrato tanti… ma non lo sono
 
Potrebbero bastare per trovare un accordo con il proprio creditore ma SOLO se tutto va liscio come l’olio.
 
Al primo intoppo che ci si trova davanti, infatti, il rischio di far saltare tutta la trattativa diventa molto alto (anche se i soldi li hai e il tuo interlocutore è disposto ad accettare la tua proposta).
 
 
Come ti dicevo poco fa, Alessio ci aveva contattato per la prima volta il 27 ottobre e, il 3 di Novembre, dopo aver fatto dei numeri da circo per bruciare le tappe, avevo già formalizzato alla  Banca creditrice una proposta di Saldo e Stralcio per suo conto.
 
La persona con cui avevo intavolato la trattativa da parte dell’istituto di Credito mi disse che, il giorno seguente (quindi il 4 novembre), avrebbe lavorato la nostra proposta e che, poi l’avrebbe mandata ai suoi superiori affinché questi ultimi potessero accettarla.
 
Vista l’urgenza che c’era, un paio di giorni dopo quella telefonata (e, precisamente, Venerdì 5 Novembre) richiamavo il mio interlocutore per avere degli aggiornamenti sull’esito della delibera dei suoi superiori.
 
E fu quello il momento in cui mi arrivò a dosso la prima doccia fredda:
 
La pratica di Alessio era stata riassegnata ad un’altra persona.
 
Mi feci dare i riferimenti del nuovo Gestore e mi attaccai al telefono.
 
Parlai con il nuovo incaricato e lui mi disse di aver appena ricevuto tutti i documenti che avevo presentato e che li avrebbe lavorati di lì a qualche giorno
 
Gli feci presente dell’urgenza di chiudere quella trattativa, visto che la data dell’Asta sarebbe stata solo 10 giorni dopo e lui mi assicurò che entro il Lunedì successivo (e, cioè l’8 Novembre), nel primo pomeriggio, avrebbe mandato in delibera la pratica.
 
Poi il secondo imprevisto
 
Lunedì 8, nel primo pomeriggio, puntuale come la morte, richiamai la mia controparte ma mi rispose una sua collega.
 
Il mio interlocutore era a casa malato.
 
Mi feci dare il suo numero di cellulare e lo chiamai…
 
L’urgenza della cosa rendeva legittima una telefonata a casa della mia controparte anche se quest’ultima fosse stata sul letto di morte.
 
Ci parlai e mi assicurò che il giorno successivo sarebbe andato in ufficio e che, a questo punto, avrebbe mandato la pratica in delibera visto che, ancora, non c’era riuscito.
 
Martedì 9 lo richiamai e mi disse di aver passato la palla ai suoi superiori i quali, però si sarebbero riuniti solo il giorno seguente (e, cioè, Mercoledì 10 Novembre).
 

Mancavano solo 5 giorni all’Asta.
 
 Ed infine il terzo colpo di scena: quello fatale
 
L’11 mattina richiamai la mia controparte per sapere l’esito della delibera e lui, con un tono di voce molto imbarazzato, mi disse che per una variazione dell’Agenda dei suoi superiori, la pratica sarebbe stata valutata solo il giorno dopo (Venerdì 12 Novembre).
 
Ormai sarebbe stato troppo tardi per interrompere l’Asta.
 
 
Ma perché… mancavano ancora 3 giorni alla vendita?
 
Hai perfettamente ragione ma, per risolvere i problemi di Alessio, non bastava solo raggiungere un accordo con il suo creditore.
 
Serviva anche il tempo per pagare la Banca.
 
Quest’ultima, infatti, non avrebbe rinunciato all’Asta se non quando gli avessi inviato per email la ricevuta di pagamento del bonifico irrevocabile ed urgente fatto da Alessio.
 
Tutto ciò, però, era reso impossibile dal fatto che, una risposta alla nostra proposta ci sarebbe arrivata solo nel tardo pomeriggio di venerdì 12 e, di conseguenza, avremmo potuto fare il predetto bonifico solo lunedì 15 Novembre mattina e, cioè, proprio il giorno della vendita.
 
Anche se Alessio l’avesse fatto il sabato 13 o la domenica 14 novembre, infatti, il bonifico verso il suo creditore NON sarebbe partito se non la mattina del primo giorno lavorativo seguente… in questo caso proprio lunedì 15 novembre.
 
Game Over.
 
Nonostante tutti gli sforzi fatti, la casa di Alessio è stata venduta all’Asta.
 
 
Ora… perché ti ho raccontato questa vicenda?
 
Per farti capire quali sono stati gli errori commessi dal debitore in modo tale che tu possa evitare di comportarti come lui.
 
 
In tutta questa situazione Alessio ha deciso di cercare una soluzione per risolvere i suoi problemi SOLO quando il tempo a disposizione era diventato veramente poco.
 
Se lui avesse chiesto aiuto all’inizio dei suoi guai o entro la prima o seconda Asta, ancora sarebbe stato possibile aiutarlo ad uscire dal tunnel del debito e, magari, salvare anche la sua casa.
 
MA attendere fino a venti giorni prima della quarta vendita da parte del Tribunale quando, ormai, il prezzo della sua abitazione era diventato così basso da attirare una moltitudine di persone interessate ad acquistarla, è stato come giocare alla roulette russa.
 
Se non ci fossero stati gli imprevisti che abbiamo visto prima, tutto si sarebbe risolto in un lieto fine MA in situazioni di scarsità di tempo come quella di Alessio, non hai MAI il controllo di ciò che può accadere e basta molto poco (come uno stupido raffreddore) per farti perdere tutto quello che hai e farti finire in mezzo ad una strada assieme alla tua famiglia.
 
Se hai la casa all’Asta e i creditori alla porta
 
 
Ti do un CONSIGLIO:
 
Anche se la situazione che stai vivendo è difficile e non vedi una via d’uscita NON ti arrendere alla paura o alla rassegnazione.
 
Una soluzione ai tuoi guai si può SEMPRE trovare.
 
Ma, se non vuoi sprecare soldi, tempo e l’unica possibilità che hai per risolvere i tuoi guai, devi evitare di gettare la spugna o di fare tutto da solo e, invece, devi farti aiutare da un esperto della materia: uno che si occupa TUTTI I GIORNI di trovare una soluzione al tuo tipo di problema.

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